Il Cantastorie on line

I canzonieri di Piazza Marino

Il Cantastorie a cura di Giorgio Vezzani

Questa è il n.17 del 1969 del Il Cantastorie a cura di Giorgio Vezzani.
In esso sono riportati alcune storie e una intevista di Francesco Guccini a Marino Piazza.

I Cantastorie non sono certamente d’oggi  poiché  antichi cronisti e memorialistici narrano le imprese dei trovatori o dei menestrelli, graditi nel medioevo dai giovani e dalle bellezze d’allora, che fiorirono soprattutto in Italia e in Provenza; nell’epoca dei Comuni ebbero anche una propria corporazione. Poi si sparsero ovunque con gli organetti e le chitarre, cantando motivi di popolare interesse: a volte presenziavano a feste familiari, nozze e battesimi, cantando zirudelle, molte volte improvvisate, per la gioia dei convenuti.
Se ci scappava qualche bicchiere in più, non era cosa che danneggiasse il festino.
Un tempo, va detto, i cantastorie erano ben più in auge che attualmente: una raccolta delle loro canzoni stampate, i cui motivi riguardano anzitutto delitti, apologia di briganti cortesi- come il Pastore- miracoli o fatti eroici, sarebbe una autentica festa per gli amatori di documenti folcloristici, di curiosità popolari.
Adesso, fra coloro che ancora oggi si sono fatti largo tra i moderni cantastorie, ci piace additare il bolognese Marino Piazza, autore di numerose canzoni che fanno  di lui un interprete dei costumi del momento. Anche se i motivi truculenti non mancano nel suo repertorio, spesso ci porta nel mondo più sereno, anche se satirico, del costuma moderno; ed è allora sono le spose ai monti e al mare e i mariti a lavore, La servetta e un cappellone in piazza d’armi all’istruzione, Le donne motorizzate, Gli uomini non comandano più, Le donne, paradiso, inferno, ecc. a essere tema canonico, gradito al numeroso pubblico che lo circonda. Può davvero rivolgere a se stesso quell’elogio che gli spetta:
Parole di Piazza Marino
Detto il poeta contadino
Offre a tutti la poesia
Per vivere allegri e in armonia
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A.C. ( Alessandro Cervellati)